venerdì 7 marzo 2014

Sugli "oppositori" e su come vengono trattati in Russia e in Occidente

Ho lasciato in sospeso, ieri, il discorso sugli “oppositori” nei diversi regimi di occidente e di Russia.

TESI:

La mia tesi è che gli oppositori in Russia abbiano comunque maggiore tutela giuridica di quanta ne abbia qua chi sia accusato senza prove di uno dei reati definiti dal femminismo.

La differenza sostanziale e´ che la´ si rischiano la galera e la morte sociale solo se ci si oppone al governo, qua ogniqualvolta si abbia la ventura di incontrare persone pronte per qualsiasi immaginabile o inimmaginabile motivo ad inventare con dovizia di particolari e coerenza narrativa una storia che ci veda colpevoli di certi fatti (specie di quelli su cui si appuntano stupidita´ cavalleresca e demagogia femminista) di cui non possano esistere riscontri oggettivi e testimonianze terze, perche´ in tali casi il sistema giuridico (e quello culturale) permette (esattamente come in epoca fascista, da cui tale aspetto del codice penale e´ stato mutuato) di assumere come fonte di prova anche la semplice parola dell´accusa (qualora ritenuta credibile da giudice, con criteri che, per essere fondati su pure parole, sono da definirsi sofistici, quando non degni di certi "teoremi aristitelici" del don ferrante manzoniano).


La conclusione è che là, non opponendosi al potere si e´ al sicuro, qua si puo´ essere colpiti dalla sedicente giustizia in maniera del tutto casuale.

IL "NON E' VERO" DELLE DONNE OCCIDENTALI

Sento già la donna media italiana dire che ho torto e che quanto dico è vergognoso. Risento quella giornalista radiofonica, che apostrofò come “ammassi di ormoni” gli uomini che denunciavano il pericolo delle false accuse” (aggiungendo che avrebbero meritato di essere abortiti), dire “non è vero”.
Cara donne moderna, vorrei tanto che tu avessi ragione, ma troppi casi REALI mi fanno pendere dalla parte di chi tu vorresti abortire.
Prova a leggere qua (casi reali)
http://falseaccuse.blogspot.com/
o qua (casi perlomeno dubbi)
http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/ancora-stupri-tutti-falsi/
Purtroppo i casi non coinvolgono solo malate di mente¦
Prima di arrabbiarti definitivamente ascoltami, poi se vuoi uccidimi (se ci riesci).

Io sono fermamente convinto che la stragrande maggioranza delle donne sane di mente, nemmeno sapendo di doversi vendicare di qualcosa, nemmeno sapendo di poterne trarre un grande vantaggio, nemmeno sapendo di poter rimanere impunita, sarebbe mai capace di denunciare qualcuno per una violenza mai avvenuta, come sono sicuro che anche tui sei convinta che la maggioranza degli uomini non sarebbe mai capace, nemmeno sapendo di poter contare su una sostanziale impunità, di usare violenza su una fanciulla indifesa.
E dirò di più: sono anche convinto che molte donne in particolare (se non altro per non avere impostazioni mentali “cavalleresche” e per non essere soggette al timore di essere tacciate di “maschilismo” o di “fare branco” come potrebbero esserlo gli uomini nella stessa situazione) sanno sentire profondamente l'ingiustizia subita da un innocente accusato da un'altra donna, sanno comprendere tutta la gravità del trauma psicologico da lui subito e sanno attivarsi per cercare per quanto possibile di rimediare (del resto chi più degli altri si batte per la libertà di Parlanti sono le ragazze di “Prigionieri del Silenzio”, alla faccia della tanto decantata “solidarietà maschile”).
Se però si supponessero tutte le persone buone e giuste non servirebbero né leggi, né stato, né giudici. La legge esiste proprio per tutelare il cittadino anche nel caso peggiore in cui incontri la persona più violenta o più falsa della terra.
Per difendersi dalla violenza si rendono reato lo stupro, la rapina, il furto e l'omicidio (scoprendo i colpevoli con strumenti investigativi punendoli con pene giudiziarie proporzionate al danno provocato e dimostrato), per difendersi dalla falsità si fa obbligo di provare ogni accusa.
E questo purtroppo non accade più in occidente. In America diverse ricerche hanno stabilito la percentuale di false accuse al 40 percento. In Italia la stessa Cassazione ha stabilito che la sola parola della presunta vittima costituisce una vera e propria fonte di prova, sulla quale può essere, anche esclusivamente, fondata l'affermazione di colpevolezza dell'imputato in assenza, non di rado, anche di riscontri oggettivi o di altri elementi atti ad attribuire maggiore credibilità, dall'esterno, all'una o all'altra tesi. Non sono io che parlo, sono i giudici.

Quindi concordo con te sul fatto che il trauma di uno stupro non deve essere banalizzato (come non lo deve essere quello del carcere da innocente), ma non posso concordare sulla conclusione che chi fa i commenti da te citati sia da cancellare. Egli si limita a registrare una situazione folle (inversione di fatto dell'onere della prova), che proprio perchp folle fa a te apparire folle chi la denuncia. Non sostiene affatto che gran parte di chi si dichiara vittima menta o che lo stupro non sia grave! Tu sei avvocato o giudice per sapere che le cose non stanno come scritto nel commento? Se sai spiegami, se no taci.

Sia chiaro: io non difendo gli stupratori, ma il diritto di ogni individuo nato maschio a non essere trattato da stupratore prima che il presunto stupro sia provato al di là di ogni ragionevole dubbio in un regolare processo, possibilmente con riscontri oggettivi e testimonianze terze rispetto all'accusa.

  • Vergognoso non è il mio discorso, ma che chiunque possa andare in galera sulla sola parola dell'accusa, anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza (e se apri i giornali questo succede assai più spesso che nei rari casi delle pazze).
  • Vergognosi sono i tentativi femminili di accostare agli stupratori chi semplicemente sostiene la presunzione di innocenza, la tassatività del diritto, la proporzionalità della pena e la necessità del dolo. Vergognoso è quanto sostengono le associazioni a delinquere di stampo femminista che prendono contributi dallo stato e si spacciano per “difesa della donna”. Quello che dicono è vergognoso.
  • Vergognoso è sostenere implicitamente che denunciare per violenza un innocente per “trarsi da qualche impaccio” (o per vendicarsi di un tradimento) sia una “scemata” tutto sommato tollerabile.
  • Vergognoso è abolire la presunzione di innocenza (e dire: “nel dubbio il violentatore deve finire in carcere e, se per caso innocente, aspettare di poterlo dimostrare”).
  • Vergognoso è non considerare la responsabilità personale (e dire: “poiché la maggioranza degli stupri è vera e non denunciata“ - fatto tutto da dimostrare n.d.r.- quando c'é una denuncia bisogna procedere subito come i fatti fossero già provati).
  • Vergognoso è considerare la gravità di un'accusa come un anticipo di colpevolezza (e volere l'abolizione dei domiciliari per chi attende il processo, la condanna sulla sola parola della presunta vittima, con la scusa “lo stupro è grave e non può rimanere impunito, come se anche in reati massimamente gravi come l'omicidio si potesse condannare qualcuno a decenni di anni di carcere senza prove certe, senza manco l'esistenza di un cadavere).
  • Vergognoso è che chiunque debba temere una denuncia (e quindi anche un ricatto) e una condanna a un anno e un mese (stando al modus operandi del tribunale di Bologna da me segnalato qualche nel mio precedente blog) per violenza/molestie se non ha testimoni quando è solo con una donna.
  • Vergognoso è che una palpata al seno possa essere punita più gravemente che una falsa denuncia di stupro.
  • Vergognoso è che si possa condannare un cittadino innocente fino a prova contraria sulla sola parola dell'accusa, anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza, accettando la testimonianza della presunta vittima come unica fonte di prova (perchè magari coerente, credibile in sè, riscontrabile fino ad un attimo prima del presunto stupro, apparentemente ragionevole, ricca di dettagli e priva di voglia di infierire sull'imputato) con argomentazioni degne dei sofisti (ovvero basate sulle parole e non sui fatti) e dimentiche dell'insegnamento kantiano (l'essere non è un predicato e quindi la differenza fra qualcosa di reale e qualcosa di immaginario non è in una qualche qualità - “ perfezione, razionalità”, ecc.-, ma nel semplice fatto, conoscibile solo per esperienza e mai per speculazione, che una esiste e l'altra no).
  • Vergognoso è parlare di credibilità oggettiva per un racconto che riscontri oggettivi non ha (è vero che molti racconti falsi si possono scoprire come tali per le loro incoerenze ed illogicità, ma è anche vero che chi sa mentire, o ha buoni avvocati che suggeriscono come mentire, può raccontare una storia oggettivamente credibile in abstracto pur essendo falsa nel caso concreto) e di credibilità soggettiva per chi è¨ parte in causa nel processo (bisognerebbe verificare non solo l'assenza di motivi evidenti di astio, ma anche quella di ogni ipotetico immaginabile motivo non conosciuto, - e data la complessità della psiche umana potrebbero essere infiniti-, e non basterebbe, perchè se la presunta vittima è parte civile ha già un eventuale motivo per mentire nell'ottenere il risarcimento e, anche se non lo è, con il fatto stesso di essere l'accusatrice dichiara implicitamente di voler vedere l'imputato condannato e quindi di essere, appunto, “di parte”).
  • Vergognoso è soprattutto sostenere, innanzi a degli innocenti finiti alla gogna mediatica e sociale, con la vita oggettivamente rovinata per sempre sotto ogni punto di vista sentimentale, economico, morale e relazionare, nonchè con la psiche e a volte anche il corpo segnati indelebilmente dall'esperienza del carcere, con tutto quanto consegue secondo il codice barbarico dei carcerati per gli accusati di violenza sulle donne, ma anche secondo la mentalità politicamente corretta per cui mettere in dubbio la parola di una donna è già prova di colpa e “seconda violenza” e quindi la terribile sensazione di chi è accusato sapendosi innocente è simile a quella di una vittima della santa inquisizione, che “una falsa denuncia non porta a nulla di male”.
Tieni poi presente che se sono ancora relativamente pochi i casi di falsa denuncia, è solo perchè la gente, proprio come te, pensa ancora di vivere in uno stato di diritto in cui servano riscontri oggettivi per parlare di prova. Là dove il femminismo giudiziario è più avanzato, i casi aumentano in proporzione alla differenza di pena fra chi rischia la condanna per stupro e chi la rischia per falsa testimonianza e alla “facilità” a vedere inflitta la condanna (nonchè all'entità e alla rapidità del risarcimento: in Inghilterra c'è già chi denuncia per quel motivo)

Tu sarai responsabile se l'Italia diventerà come oggi sono gli Usa (secondo quanto ho linkato nel post di ieri).

Per dimostrare che anche in Italia siamo già sulla “buona” strada, provo in fretta di trovare i link da cui ho tratto i fatti raccontati.

L'immigrato e la minorenne
http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/cronaca/dodicenne-branco-bologna/dodicenne-sviluppi/dodicenne-sviluppi.html

Il caso del padre e della figlia: hai già detto tu. Io aggiungo solo che anche se la "colpa" non è della ragazza ma del padre violento, ciò non diminuisce la gravità del fatto. Inoltre, anche sapere che chi denuncia falsamente gode (in maniera motivata, come i malati di mente) dell'impunità non è confortante.

Il "caso di via Libia" (recentemente riaperto, ma solo in sede civile, dalla solita Cassazione, evidentemente paurosa di essere accusata di "maschilismo" se conferma sentenze di assoluzione che facendo leva su testimonianze dei vicini e assenza di segni scientifici di stupro mettono in dubbio la parola della donna):
http://www.wikio.it/comments?group=105501594

"gita ai lidi ferraresi"
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/violenza-sessuale-stupro-gruppo-assoltibresciani-462489/?postcomment=true

le prostitute per la cassazione
http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_03/cassazione-sentenza-stupro-prostituta-non-pagata_445abba2-26d3-11df-b168-00144f02aabe.shtml

i clienti condannato con il martello da muratore come prova regina
http://www.foggiaweb.it/ultimenotizie/?p=1533

lo studente e la escort
http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/141152_escort_di_vimercate_in_sicilia_stuprata_da_studente_universitario/
(scusa se non trovo ora il link in cui si parla di prestazione non pagata e scarcerazione del giovane, ma come sai, mentre le accuse di fatti presunti vengono strombazzate sempre,i proscioglimenti hanno solo qualche trafiletto - che è più difficile da ripescare in rete: qua si preferisce far ironia sulla vita, universitaria e non solo, rovinata dall'accusa)

E comunque, non ti bastano i casi americani citati sul forum questione maschile?

Chiariamoci. Io non sono responsabile di quanto scrivono loro solo perchè cito le loro fonti. Io scrivo non che tutte le accuse siano false, ma che (quasi) tutte quelle strombazzate dai giornali (e riportate in quel link) siano perlomeno dubbie.

Su due cose siamo d'accordo, almeno.
  • SE uno stupro è vero, è un fatto gravissimo.
  • SE un cittadino innocente fino a prova contraria finisce in carcere senza prove è pure un fatto grave.

Stiamo litigando solo su cosa venga considerato per accertare i due casi.

Tutto quello che voi spiegate è quanto SI DOVREBBE fare per scoprire casi fasulli, non quanto davvero SI FA. O, meglio, lo si fa, ma poi si mette in galera (o comunque si rinvia a giudizio) il presunto colpevole anche in caso di assenza di riscontri positivi in tal senso.

Se io mi sbaglio ed hai ragione tu a dire che si fanno tutte le verifiche del caso, mi spieghi come è possibile che fra le motivazioni delle sentenze di condanna vi siano referti medici che, confermando la possibilità di un rapporto sessuale ma non già la certezza della sua non consensualità (che sarebbe data da quanto giustamente descrivi), vengono considerati “compatibili” con la violenza (appunto come se l'onere della prova fosse invertito)?

Se io mi sbaglio, e non è vero che si venga arrestato al solo grido di una ragazza, mi spieghi come è possibile che un ragazzo della mia città abbia passato due anni ai domiciliari (http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/2009/01/13/143979-nostro_figlio_accusato_stupro.shtml) dopo che l'amichetta si è messa a piangere e urlare in maniera credibile dicendo di essere stata violentata nel bagno della discoteca e poi sia stato scagionato solo dopo che le indagini difensive (cosa di cui non vi dovrebbe essere bisogno se non vi sono prove oggettive a favore dell'accusa) hanno trovato testimoni a favore?

Mi spieghi come è possibile che un immigrato venga sbattuto in galera per stupro di qualche minorenne (che evidentemente doveva giustificare fuitine col fidanzatino) e venga rilasciato solo se e quando le telecamere della zona dimostrano la non sussistenza del fatto (cerca casi come questo: ce ne è più d'uno, di quelli accertati, figurati di quelli dubbi)?

Mi spieghi come è possibile che un padre finisca in galera e possa uscire (in attesa di giudizio) solo quando al riesame emergono dubbi sulla credibilità della figlia (la quale avrebbe il movente della vendetta per l'opposizione del padre al rapporto con il fidanzato)?

Mi spieghi come è possibile che due ragazzi vengano condannati in primo grado per “stupro” (dopo una campagna colpevolista femminista su strada e tv) nonostante la totale assenza dei riscontri da te citati (il referto medico indicava solo segni compatibili con un rapporto consenziente e ferite compatibili con una caduta dalle scale) e che abbiano dovuto attendere l'appello per veder stabilito che il rapporto era stato consenziente, il violento litigio (in cui la ragazza, con problemi di nervi di suo, aveva iniziato a distruggere la casa degli imputati) successivo ad esso e le ferite conseguenti la caduta per le scale (negata dalla ragazza ma confermata da una testimone oculare) dopo che gli imputati l'avevano trascinata via a forza?

Mi spieghi come è possibile che un'intera compagnia di amici finisca in carcere solo perchè, dopo mesi, la ragazza del gruppo riferisce di essere stata stuprata in casa mentre il suo ragazzo dormiva (!) ed esca solo quando il riesame si accorge delle assurde incongruenze del racconto (non ascoltate ovviamente dal gip, che aveva preso per oro colato il referto della psicologa di turno: ah la psicologia, che scienza)?

Mi spieghi come è possibile che clienti di prostitute (colpevoli forse di non aver pagato la prestazione, ma probabilmente non di altro) vengano condannati per violenza con prove variabili dalla richiesta di cancellare la scheda d'albergo alla presenza di un martello nel bagagliaio dell'auto di un muratore e comunque per nulla attinenti con la ginecologia che tu suggerisci di studiare?

E tutto questo, se cerchi un po' in rete, accade quasi quotidianamente in Italia.
Per non guardare all'estero. Ho già dato dei link nel post su Kerry, qui, aggiungo solo il caso più eclatante.

Se io sbaglio e tu hai ragione sul modo occidentale di “provare lo stupro”, come è possibile che su Assange vi sia un mandato di cattura internazionale sulla base della sola parola di due donne (con evidenti motivi di mentire, dato che hanno denunciato il presunto stupro solo dopo aver scoperto di essere le amanti dello stesso uomo) per fatti tutt'altro che verificati con i metodi da te suggeriti, mentre su terroristi criminali come Battisti rimangono protezioni d'alto rango?

Io ho l'impressione che tu ti scagli contro chi la pensa come me non già perchè non riterresti, al pari mio, gravissimo permettere ad una donna di mandare in galera qualsiasi uomo sulla sola parola anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza, ma perchè pensi che non sia vero che ciò possa accadere in uno “stato di diritto” e di conseguenza concludi che sia tutta un'invenzione di “maniaci” intenzionati a dipingere le donne come false e lo stupro come non grave.

E se, svegliandoti una mattina e vedendo una persona che conosci (tuo marito, tuo figlio, o un tuo amico che sai non avere nulla di violento) colpita da provvedimenti restrittivi della libertà sulla sola testimonianza della presunta vittima ritenuta dal libero e motivato convincimento del giudice “credibile” e quindi “grave indizio di colpevolezza”, capissi che forse le cose non stanno come hai sempre pensato (e come è logico pensare credendo di vivere in uno stato di diritto)?

Io ti ho portato tutti gli esempi su cui è possibile trovare riscontro in rete. Se tu hai evidenze fattuali o estratti di sentenze che dimostrano che quanto dico sia falso, allora sarò il primo ad essere felice di cambiare idea (mica mi piace tanto sapere di non vivere in uno stato di diritto!).

Ovvio che gli accorgimenti tuoi e di altre per non correre rischi di violenza per strada non sono una evidenza contro il mio pensiero, perchè in alcun modo la paura di un fatto vero può escludere l'esistenza di episodi falsi. Se poi tu e le altre siete convinte di vivere in un mondo in cui manco le vere violenze e le vere molestie vengono perseguite per legge, non per questo altre donne (conoscendo meglio la situazione) non debbono essere capaci di usare l'accusa di violenza/molestia come arma di ricatto personale o di diffamazione ideologica antimaschile. Le medesime donne, del resto, potrebbero da un lato ovviamente avere paura di un vero stupro e d'altra parte usare la denuncia falsa come arma (non vedo il nesso: mica rischiano con ciò di essere stuprate). Certo, per fare questo bisogna essere fatte della stessa pasta dei violentatori.
E per riprendere la tua requisitoria¦

Ammassi di ormoni sarete voi, o donne che affermate con certezza gli stupri essere infinitamente più di quelli denunciati non avendo alcun modo per provare ciò che non sia il dogma “donna-vittima-uomo-carnefice”.
Come può essere accettata dalla ragione una statistica che non ha base verificabile?
Sì, certo, le attiviste “contro la violenza sulle donne” sostengono sempre (basandosi ovviamente non su processi, giusti o inquisitori che siano, ma sulle semplici dichiarazioni delle presunte vittime cui viene concesso non solo di essere credute sulla parola, ma pure di definire secondo i propri soggettivi parametri cosa sia “violenza”: e se la definizione non è sufficientemente “femminista” ci pensa chi compila il questionario a considerare “violentata” anche chi non si è mai sentita tale, ma ha semplicemente e ingenuamente risposto affermativamente ad una domanda del tipo “tuo marito ti critica spesso?” in cui si implica, secondo l'ideologia di certe associazioni di donne, l'esistenza di una violenza) che “sarà uno su cento il caso di falsa denuncia, mentre gli altri 99 sono veri e a volte non vengono denunciati”. Non vi puzza un po' un teorema che per dimostrare la tesi ha bisogno di presupporla fra le ipotesi? La tesi femminista afferma la maggioranza degli stupri avvenire addirittura fra le mura domestiche, essere vera e non denunciata, ma per affermare ciò avrebbe bisogno di dimostrare al di là di ogni dubbio realtà e gravità delle presunte violenze, cosa impossibile al di fuori di regolari processi (che non possono esservi, se non c'è la denuncia), impossibile proprio per la natura “nascosta” e “non dimostrabile” di quelle stesse violenze annunciate come gravi e numerose. E allora io dico che non siete serie, voi che dite questo.

Questo è quanto può succedere in America.

http://www.nazifemminismo.info/nazi_archives/diario-segreto-di-una-nazi-femminista/#respond

Questo in Inghilterra.

http://www.crimeblog.it/post/3249/uk-20enne-accusa-un-coetaneo-di-averla-stuprata-solo-per-poter-ottenere-un-risarcimento-ora-rischia-il-carcere

Questo in Spagna.
http://metromaschile.it/info/bibliografia/

[quote]Alla fine del 2006 Herrera, giornalista d' inchiesta noto anche in Italia per i libri “Diario della corruzione in Spagna” e “Il denaro del potere” (insieme a Ramon Tejeras) che ricostruiscono i vari investimenti italiani in Spagna promossi dal Psi di Craxi e Nesi, che nasconderebbero commissioni e tangenti denunciava nel suo libro, “El varon castrado”, gli abusi possibili con la legge: basta infatti una denuncia telefonica da parte della compagna perchè un uomo si trovi in carcere in pochi minuti. Secondo l'autore da quando è entrata in vigore la legge 190mila uomini sono stati iscritti all' Elenco dei Maltrattatori e nel 2005 più di 25mila hanno ricevuto un ordine di allontamento, lo strumento più efficace per chiudere i matrimoni, dato che può durare anni. L'ultimo caso è stato appena registrato ad Alicante, dove una donna ha confessato di essersi inventata uno stupro da parte del marito su consiglio dell' avvocata per rendere la pratica di divorzio più agile. L'uomo rischiava 13 anni di carcere e, cosa sorprendente, il giudice ha deciso di non denunciare la donna per falsa testimonianza.[/quote]

Quanto alla Svezia e ai paesi femministi basti la vicenda Assange.


IL CASO ASSANGE: ALMENO UNA DELLE DUE TIRANNIE E' PROVATA!

Su di esso mi soffermo infine, perché si ricollega al discorso di partenza su come vengono trattati gli “oppositori” dai vari “regimi”.
Volete sostenere che il modo in cui è stato trattato Assange da Europa e Stati Uniti sia conforme al Diritto ed alla Ragione?
C'è qualcuno che osa dire “sì, perchè si è reso colpevole di reati sessuali?” Reati sessuali? Menzogne sessuali!
E' fuori da ogni etica, da ogni logica e quindi anche da ogni verità che un rapporto sessuale consenziente (si badi bene, ottenuto con il consenso e non con la forza) diventi stupro perchè, per qualsiasi motivo, (le accusatrici dicono lui l'abbia rotto apposta, ma ciò comunque andrebbe dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, e anche se vero nulla toglierebbe alla consensualità del rapporto) il preservativo si rompe.
Se davvero le avesse costrette con la forza a continuare il rapporto dopo la rottura del preservativo, sarebbe comunque fuori da ogni logica di comportamento e da ogni umana comprensione che le due presunte vittime
si siano accommiatate dal presunto aggressore in maniera amichevole, senza animosità, che abbiano continuato a vivere con lui, a organizzare una festa in suo onore o a vantarsi sulla rete di esserne le loro amanti
e che denunciato la presunta violenza solo dopo aver scoperto l'una dell'altra.
Se poi si pensa che una vittima di stupro possa accommiatarsi dallo stupratore in maniera amichevole, continuare a vivere con lui, a organizzare feste in suo onore e a vantarsi in rete di esserne l'amante
allora forse c'è qualcosa che non va nella definizione di stupro.
In ogni caso di tutto ciò non vi sono nè riscontri oggettivi nè testimonianze terze e nessuno può finire in galera sulla sola parola dell'accusa.
Già di per sè una prova orale è dubbia (poichè tutti gli esseri umani possono, in buona fede, ricordare male, travisare o ingigantire i fatti per emotività o soggettivismo o, in mala fede, mentire).
Una prova orale che venga da una delle parti interessate all'esito del processo (e nel caso di questi reati chi denuncia non solo ha interesse nella causa perchè dalla condanna avrebbe un risarcimento, ma anche perchè, con il fatto stesso di denunciare, di volere la condanna, quindi c'è almeno un interesse morale se non materiale) è poi doppiamente dubbia. Tre volte dubbia diviene se chi parla ha evidente motivo per essere mosso da animosità e astio nei confronti dell'imputato (in questo caso vi sarebbe ragionevole motivo di sospettare una vendetta sentimentale per il doppio tradimento scoperto).

CONCLUSIONE SU ASSANGE:
Delle due l'una: o Assange è stato trattato così solo perchè oppositore, anzi, soltanto “informatore scomodo dei cittadini”, e allora l'Occidente ha verso gli oppositori un atteggiamento totalitario, o Assange è stato trattato come tutti gli altri cittadini, senza alcuna discriminazione per il fatto di essere considerato “oppositore scomodo”, e allora gli stati occidentali non rispettano principi cardine del diritto come la presunzione di innocenza.
In ambo i casi, l'occidente merita la distruzione da parte di chi ancora difende il Diritto e la Libertà. Avanti, Colonnello!

CONCLUSIONE SU RUSSIA E OCCIDENTE:
Putin, per voi occidentali, sarebbe un dittatore? Ebbene: obbedirei volentieri agli ordini di dittatore, qualora la sua azione fosse volta a preservare la liberta´ degli individui e dei popoli dalla tirannia finanziaria nella vita socioeconomica (di cui ho parlato ieri) e da quella femminista nella vita privata e sessuale (di cui il discorso di oggi delinea i foschi contorni).

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