venerdì 22 marzo 2024

 Varsavia 1944? No, Bologna 2024!



... E quelle sono le “nuove donne” che la “cultura marxista” ha prodotto in decenni di genuflessioni al femminismo da parte di boomers progressisti ex-sessantottini, i quali hanno tradito la causa comunista per quella capitalista-woke, in nome della carriera personale e della prospettiva (falsa) di avere un poco di fica facendosi “belli” come “difensori e promotori del genere femminile”. “Cechitade di discrezione e cupidigia di vanagloria”, direbbe Dante.

Nella Varsavia del 1944 bisognava camminare tenendo lo sguardo basso, perché se per caso un ufficiale tedesco era di cattivo umore, aveva il potere di far arrestare chiunque anche solo per uno sguardo “irrispettoso” e farlo condannare alla deportazione o anche alla fucilazione sul posto, come ben mostrato dal film di Roman Polanski (peraltro personalmente vittima anche del nazifemminismo americano) “il Pianista”.

Nella Bologna del 2024 pare sia necessario fare altrettanto da parte di noi uomini medi (untermenschen agli occhi delle sempre più pretenziose donne occidentali) se si vogliono evitare rischi di denuncia. Certo, non ci sono più in ballo deportazioni nei lager o uccisioni sul posto, ma in compenso si può perdere il lavoro ed essere condannati alla morte sociale. E tutto solo perché la “superdonna” di turno è girata male, non apprezza il nostro sguardo, lo fraintende come “offesa”, o, semplicemente vuole affermare il proprio “empowerment” (AKA: distruggerci la vita senza motivo). Ogni epoca ha i suoi totalitarismi.

Ma per fortuna, in ogni secolo c’è la Madre Russia. Contro il totalitarismo giacobino, la Russia Zarista distrusse l’armata francese che sognava di “esportare al democrazia” (sempre quel tipo di democrazia che distruggeva i popoli - vedi la Vandea - li rapinava - vedi le “requisizioni” nel Nord Italia - e li privava delle tradizioni in nome del “progresso” - nihil sub sole novi) sulla punta delle baionette. Contro il totalitarismo nazista, la Russia Sovietica distrusse l’esercito tedesco che voleva sterminare o schiavizzare chiunque non fosse “alto, biondo e di razza ariana” (una sorte di iperselettiva sessualità femminile fattasi ideologia politica, come acutamente notato da qualche redpillato americano).
Contro il totalitarismo femminista, la Russia di Putin sta combattendo la feccia UE/Nato, braccio armato (ideologico, politico e militare) dell’attuale genere di sovversione (che, dopo aver sovvertito morale, società e religione, vuol sovvertire pure la natura con il gender…).
Quando avrà finito con nazisti e femministe in Ucraina, forse troverà il modo di venire a liberare anche la “rossa” Bologna dal giogo del femminismo e di tutti i suoi servi, primo fra tutto quel Lepore che ha appena vietato di diffondere qui l’unico film capace di testimoniare la verità sulla guerra nel Donbass.