Vi
sono in ultima analisi tre modi per ottenere ciò di cui si ha
bisogno/brama: supplica, rapina e scambio commerciale.
Il
primo è quasi sempre inefficace prima che indegno (se non si ha
nulla da offrire: pure gli oranti offrono qualcosa alle divinità),
il secondo non solo non è degno della civiltà ma è pure
controproducente (giacché comporta che anche la controparte o terzi
possano a loro volta rapinarci). Il terzo è l'unico che possa
permettere, pacificamente e sistematicamente, di ottenere ciò di cui
si ha disio/bisogno/brama permettendo agli altri altrettanta
possibilità di appagamento/scelta.
Se
così non fosse morirebbe di fame, di sete o di deperimento fisico,
mentale o sessuale chi personalmente non eccellesse nella ricerca del
cibo, dell'acqua, del riparo (o, in questo caso, della femmina)
La
civiltà esiste invece proprio per permettere a tutti di poter
appagare i propri bisogni naturali (fra i quali, almeno per l'uomo,
assieme alla fame, alla sete, al sonno e al riparo, vi è quello di
godere della bellezza nella vastità multiforme delle creature
femminine). Per questo si organizza in modo da far sì che chi non
eccelle direttamente nella “caccia” o nella ricerca del cibo,
dell'acqua o del riparo, ma magari eccelle in attività più
propriamente umane, possa in queste guadagnare quanto necessario e
sufficiente per ottenere, tramite lo scambio commerciale, ciò di cui
ha bisogno/desiderio.
Perché
si deve fare un'eccezione proprio per il bisogno di amor naturale
degli uomini?
L'obbligo
di affrontare i rischi e le fatiche della conquista per appagare il
naturale bisogno di bellezza e piacere dei sensi è superabile come
quello di faticare e rischiare nella caccia per non morire di fame,
di muoversi alla disperata ricerca dell'acqua per non morire di sete
o di cercare ogni notte un rifugio per non dormire all'addiaccio. La
civiltà serve proprio a permettere di appagare (tramite la divisione
del lavoro, la tecnologia, lo scambio) nella maniera più facile,
sicura, sistematica (e magari raffinata) possibile i bisogni
naturali, in modo da liberare la mente per attività più nobilmente
umane (e non lasciare morire di fame, di sete o di deperimento
fisico, mentale o sessuale chi personalmente non eccelle nella
ricerca del cibo, dell'acqua, del riparo o della femmina,
permettendogli invece di mettere a frutto in altre attività, magari
più qualificanti, le proprie diverse e specifiche doti per
guadagnarsi le risorse sufficienti ad acquistare ciò di cui ha
bisogno e e desiderio).
Chi
conosce la potenza di quanto Schopenhauer chiamava "il sospiro
della specie", la centralità, in ogni essere vivente, di
quell'ambito in cui la specie si vede in procinto di perdere o
acquisire uno strumenti indispensabile per la sua propagazione e la
sua selezione, e sa come questo si sublimi nei comportamenti sociali
e nelle percezioni individuali che ci rendono ciò che siamo, come si
profondi nel bisogno psicologico di sentirsi universalmente
apprezzati, amorosamente disiati, socialmente accettati, come si
elevi fino al vertice dello spirito (nei versi e nei suoni delle rime
immortali come in ogni azione e in ogni pensiero consacrato da ognuno
di noi al proprio ideale), non può poi ridurre a "semplice
sfogo fisico che potete avere con le pugnette" e ridicolizzare
come "robe da sfigati", i bisogni le sofferenze di chi, non
riuscendo a trovare una donna disposta ad accettarli come amanti si
senta ridotto ad un nulla ad ogni vista di grazie corporali
suscitanti in lui un disio il quale non potendo essere almeno in quel
caso appagato genera frustrazione (sia che secondo natura continui a
guardare, giacché la situazione lo fa sentire un puro nulla innanzi
a colei che tutto può poiché da tutti è disiata, sia che
costringendosi contro natura guardi dall'altra parte, poichè
comunque il disio è già stato suscitato e anche la semplice
consapevolezza di esser vicini a quanto non si può raggiungere fa
permanere lo stato di frustrazione), e provi in tanti momenti della
vita quotidiana non solo un'intima frustrazione e un'irrisione
profonda al disio, non solo una sofferenza continua nel corpo e nella
psiche, non solo un inappagamento fisico e mentale degenerante in
ossessione, ma l'intima sensazione di risultare, per natura,
socialmente trasparente e negletto dalle donne. Ecco perchè una
società libera ed evoluta DEVE essere dotata di prostituzione. Ecco
perchè quello di prostituta è un mestiere degno di esistenza, di
riconoscimento e di valore.
Se
parliamo di società, non possiamo affatto trascurare o accettare che
quasi la metà degli individui viva nell'infelicità e
nell'inappagamento proprio in quanto è più rilevante di fronte alla
natura, alla discendenza e alla possibilità di sentirsi liberi,
felici e riconosciuti.
Anzi,
dato che i bisogni naturali (fra cui, oltre alla fame, al sonno e
alla sete, vi è, almeno per gli uomini, quello di godere della
bellezza femminile) devono essere periodicamente soddisfatti (tutto
ciò, in quanto natura, non ha alcuna valenza morale, nè in
positivo, nè in negativo, e non ha pure nessuna relazione con
l'intelligenza, con la cultura o con la sensibilità personale: si
tratta semplicemente di pure necessità di natura), a pena di
infelicità e inappagamento (se non si mangia si muore di fame, se
non si beve ci si disidrata, se non si dorme si deperisce, se si
cessa di godere delle grazie corporali si deperisce in altro modo,
lasciando degenerare il disagio e l'inappagamento da sessuali ad
esistenziali: dapprima vi è una tristezza occasionale, una
malinconia diffusa, una rassegnazione, poi una vera sofferenza che
partendo dalla sfera sessuale, come ampiamente spiegato da Freud,
influenza il rapporto con l'altro sesso in genere e la vita tutta,
con chiaro rischio di autodistruzione, e con i meccanismi ben noti
dalla psicoanalisi, è destinata a scoppiare prima o poi in qualche
modo, contro sè o gli altri), una società mossa da un desiderio di
equilibrio e da un barlume di umanità (o anche solo dalla
consapevolezza, per funzionare senza scompensi, traumi e pericoli, di
non poter lasciare metà degli individui di fatto apolidi e senza
nulla da perdere) deve permettere a tutti l'accesso a quanto può
soddisfare tali desideri (o, meglio, dare a tutti la possibilità di
"costruirsi le armi" per poter scegliere liberamente come e
con chi accedervi).
Anche
ammesso e non concesso abbiate ragione voi sulla naturalità delle
fatiche, dei rischi, delle sofferenze e pure delle irrisioni, delle
umiliazioni e delle tirannie insite in un quella subordinazione
sessuale del maschile al femminile chiamate corteggiamento e da voi
pretesa (ma fuori dall'ambito umano non si possono aggiungere alla
crudeltà naturale nè la stronzaggine della controparte,
potenzialmente presente invece fino al massimo grado nel raffinato
intelletto femminile, nè quello stato di autocoscienza così
sviluppato nell'adolescente e nell'uomo da rendere certe situazioni
peggiori della morte), dovete riconoscere come gli altri animali
maschi possano contare
Purtroppo da un lato l'egalitarismo ha preteso di dare alle donne tutto quanto apparteneva agli uomini, per cui non risulta più possibile (a meno di non possedere ricchezze e privilegi sociali molto superiori alla media) usare nel corteggiamento l'equivalente di un "organo dedicato" (come un tempo era la possibilità di farla uscire di casa e mantenerla o anche solo di permetterle di uscire la sera), e dall'altro la cultura politicamente corretta sta sempre più condannando come degni del riso, indegni della civiltà o addirittura passibili di denunzia penale tutti quegli atteggiamenti "alla tarricone" - nominato da vivo, tutti quei comportamenti esprimenti disio naturale per il corpo della donna, intenzione di farsi da lei notare ad ogni costo, disposizione ad affrontare per lei ogni lotta con il resto della società, volontà di non arrendersi ai primi rifiuti, tentare, rischiare, insistere e resistere ai dinieghi, di "attaccare" senza sapere se il tentativo avrà successo, regolandosi poi solo in base alle reazioni se proseguire o ritirarsi, di inseguire chi si fa seguire e di vincere nella lotta amorosa chi lotta per essere vinta, tutti quei modi umani insomma di riprodurre il "rito" codificato in natura fra maschio e femmina.
Questa situazione è tanto "castrante" da indurre gli animi più sensibili, che rischierebbero di esserne psichicamente annullati, a lasciar perdere ogni tentativo e rifugiarsi presso le chiare e oneste puttane, con le quali, grazie al pagamento anticipato, vi è la possibilità di bilanciare la bellezza (o, se vogliamo, di far fungere il denaro da "organo dedicato" per conquistare le grazie femminili) e sentirsi dunque (una volta privi di obblighi e costrizioni, non più sotto esame, lontani da ogni possibilità di umiliazioni, tirannie, sofferenze) a proprio agio per esprimere il meglio di sè.
- o, come nel caso dei pavoni, su un organo appositamente dedicato,
- o, come nel caso di tante altre specie d'uccelli, su una serie di comportamenti fortemente codificati tali da garantire il successo a chi vi eccella, o comunque da evitare ferimenti, fraintendimenti, inganni.
Purtroppo da un lato l'egalitarismo ha preteso di dare alle donne tutto quanto apparteneva agli uomini, per cui non risulta più possibile (a meno di non possedere ricchezze e privilegi sociali molto superiori alla media) usare nel corteggiamento l'equivalente di un "organo dedicato" (come un tempo era la possibilità di farla uscire di casa e mantenerla o anche solo di permetterle di uscire la sera), e dall'altro la cultura politicamente corretta sta sempre più condannando come degni del riso, indegni della civiltà o addirittura passibili di denunzia penale tutti quegli atteggiamenti "alla tarricone" - nominato da vivo, tutti quei comportamenti esprimenti disio naturale per il corpo della donna, intenzione di farsi da lei notare ad ogni costo, disposizione ad affrontare per lei ogni lotta con il resto della società, volontà di non arrendersi ai primi rifiuti, tentare, rischiare, insistere e resistere ai dinieghi, di "attaccare" senza sapere se il tentativo avrà successo, regolandosi poi solo in base alle reazioni se proseguire o ritirarsi, di inseguire chi si fa seguire e di vincere nella lotta amorosa chi lotta per essere vinta, tutti quei modi umani insomma di riprodurre il "rito" codificato in natura fra maschio e femmina.
Questa situazione è tanto "castrante" da indurre gli animi più sensibili, che rischierebbero di esserne psichicamente annullati, a lasciar perdere ogni tentativo e rifugiarsi presso le chiare e oneste puttane, con le quali, grazie al pagamento anticipato, vi è la possibilità di bilanciare la bellezza (o, se vogliamo, di far fungere il denaro da "organo dedicato" per conquistare le grazie femminili) e sentirsi dunque (una volta privi di obblighi e costrizioni, non più sotto esame, lontani da ogni possibilità di umiliazioni, tirannie, sofferenze) a proprio agio per esprimere il meglio di sè.
Posto
che, per diversi motivi, entrambe le possibilità sopra citate si sono
cancellate per l'uomo occidentale, alcuni uomini, sedicenti "beta" (che non vogliono
tornare indietro) propongono un'evoluzione culturale femminile nel
senso di un abbandono di quello sfruttamento oligopolistico delle
disparità naturali di numeri e desideri nell'amore sessuale agito da
ogni "donna onesta" e volto ad aumentarsi dismisura il
valore erotico-sentimentale in quanto può ben essere definita
economia amorosa, rendendo l'appagamento del bisogno di bellezza e
piacere dei sensi quanto di più difficile, raro, prezioso e costoso
(in ogni senso materiale e morale) e a volte addirittura umiliante,
possa esistere sulla terra (e in ciò rendendo la sua importanza per
chi ne sente la mancanza superiore a quella naturale: popoli affamati
penserebbero solo al cibo a prescindere dal loro livello
intellettuale e dall'essere o meno capaci in condizioni favorevoli di
pensieri più alti). Per me ciò è pura utopia (non si può
convincere qualcuno a rinunciare ad una posizione di naturale
vantaggio). Io sono più realista e propongo come mezzo di
bilanciamento di desiderabilità e potere con il sesso femminile
quanto oggi è l'unico valore immediatamente apprezzabile ed
intersoggettivamente valido al pari della bellezza: il denaro. Ecco
perchè sono favorevole alla prostituzione.
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