giovedì 27 marzo 2014

Inno a Putin

...e dopo le urla, i canti.
Dopo le grida di battaglia, il canto di vittoria. Ecco il mio inno a Putin da cantare sulla musica dell'Inno Nazionale Russo.
Mi si accusa di fiancheggiare, come dice in tv l'odierna propaganda tedesca, "l'aggressivo nazionalismo russo"?
Ebbene, amici germani, con tutti i danni, materiali e morali, che l'internazionalismo delle lobbies finanziare ha prodotto, negli ultimi dieci anni in Europa e nel mondo, un nuovo nazionalismo rappresenterebbe in questo momento una cura!
Quanto all'aggressività, è dalla caduta del muro di Berlino che Usa e Europa (e soprattutto voi, se consideriamo l'aspetto economico) si espandono verso est, a volte con le bombe come in Jugoslavia, a volte con i denari come nel Baltico, comprimendo tradizioni, interessi e territori russi, e ora si osa parlare di aggressività della Russia? Quella di Putin e' legittima autodifesa, che mira ad impedire il ripetersi di annessioni filoeuropee come quelle permesse da quell'ubriacone di Eltsin (che, tanto prono agli Usa, aveva pure cambiato inno)!
E chi non si vuole arrendere al neonazismo finanziario-femminista che sta sorgendo nei paesi dell'Unione (Sovietica) Europea deve fare di tale atto di difesa la propria bandiera e il proprio esempio. Siamo tutti Russi!


Il Duce più bello
Sei Tu, Colonnello:
Sei Caro agli Dèi
E ai Veri Europei


Finanza tiranna
Ebrei mentitori,
La vostra condanna
E' scritta la fuori!


Del vostro femminìiìsmo
Noi non ne possiamo piùuùuù
Siete peggio del naziìismo
O infelice gioventùuùuù!


Governo lobbisti
Filo-femministi:
E' finita per voi
La Russia è con noi.


Col ferro e col fuoco
I vostri costrutti
Saranno fra poco
Bruciati e distrutti!


La Russia Lodata
La sua Grande Armata
Sconfigge in Crimea
La feccia europea!


NOTA 1. Prima di venire accusato di antisemitismo per un riferimento politicamente scorretto, voglio precisare un verso.
Quando dico "Ebrei mentitori" non mi riferisco certo a tutto il popolo isrealita, il quale, nella sua grande maggioranza, in Israele come nel resto del mondo, è vittima, alla pari di tutti gli altri popoli, della tirannia dei "governi lobbisti" di cui parlo dopo (la stessa Israele è governata da poche famiglie che detengono il monopolio finanziario, politico e culturale, e contro le quali poco hanno potuto le prosteste popolari di qualche anno fa), ma a QUEI POCHI ebrei i quali, sfruttando il credito morale pressoché infinito attribuito in occidente a chi appartiene al popolo più massacrato dal nazismo, si permettono impunemente di essere i più accesi sostenitori del "nuovo ordine mondiale" (ovvero del nuovo nazismo mondiale che si cela dietro le parole "democrazia", "femminismo" e "diritto internazionale") , costituendone il braccio armato della propaganda e della finanza e di cui i due esempi più famosi (e per questo magari neanche più pericolosi) sono Rupert Mordoch e George Soros.
Perchè dunque, si dirà, tiro in balli il termine "ebrei" come se volessi dare la patente di mentitori ad un intero popolo alla pari di come faceva proprio la propaganda nazista?
Semplicemente perchè quella minoranza di ebrei mentitori rappresentata da Soros e Mordoch non ha vergogna di agire come se il male subito da un popolo nel passato desse diritto nel presente ad una sua élite (in questo caso mediatica e finanziaria) di perpretrare un egual male ad altri e di preparare una tirannia futura.
Lampante è, sia detto di passaggio, il caso dello stato terrorista e razzista di Israele: se qualunque altro governe applicasse le leggi nazionaliste e discriminatorie che vigono in quel paese contro i palestinesi e agisse verso l'esterno con attacchi proditori indiscriminati come quelli del Mossad contro i suoi nemici politici, verregge (giustamente) additato come "nazista". Poichè non voglio che la stessa impunità concessa ad Israele per talune sua azioni veramente "naziste" si estenda a quello che nel mondo dell'informazione e della finanza (quindi anche della politica e degli interventi militari da esse giustificati e voluti) fanno personaggi come i due sopra citati, metto subito in chiaro di voler cancellare il loro "credito morale": Ebrei sì, come ieri le vittime del nazismo, ma mentitori, esattamente come, ieri come oggi, i carnefici!


NOTA 2.
Per "governi lobbisti filo-femministi" intendo quelle maledette lobbies le quali:
  • vogliono rendere tutto il mondo come gli stati uniti (assoggettati alla doppia tirannia della finanza e del femminismo);
  • vogliono distruggere le diversita' nazionali per fare dell'umanita' un unico gregge religiosamente sottomesso al mito del finto progresso e della falsa uguaglianza, al pensiero unico "politicamente corretto", ai dettami dei "filosofi" a loro libro paga, e ai diktat e delle femministe demagogiche da loro foraggiate (per controllare un sesso attraverso l'altro);
  • vogliono annullare tutte le identita' di sangue e spirito (non solo nazionali ma pure sessuali) per poter assoggettare al totalitarismo consumista (e sfruttare nel vortice del turbocapitalismo) un magma umano privi di identità e di radici, rispetto al quale i popoli in ordine (o anche solo singoli individui che sanno divenire ciò che sono) sarebbero potenziali ostacoli.
A me e' evidente, infatti, come, dietro una falsa democrazia regni l'intenzione di rendere dominante il tipo d'uomo mercantile (mettendo fuorigioco i possibili eredi di guerrieri e sapienti) e con esso gli interessi materiali e ideali della finanza senza patria (senza che peraltro il "demos", ammesso e non concesso, contro il l'autorevole parere di Platone, spetti alla maggioranza decidere cosa sia giusto, possa davvero contrapporsi alle lobbies all'interno di un sistema in cui puo' votare solo su cio' che non conta, essendo le vere decisioni approvate by partisan e fatte passare come "necessita' obiettive della storia"),
come dietro una finta liberta' vi sia il progetto di togliere qualsiasi effettivo potere alla sfera politica per rendere gli stati in tutto e per tutto manovrabili dalle lobbies finanziarie che foraggiano i media, la pubblicita' e i presidenti degli usa (da cui l'accusa di "fascismo" verso ogni uomo politico o stato in grado di sostenere gli interessi di una nazione e non di una lobby transnazionale), come dietro un finto individualismo vi sia la volonta' di distruggere qualunque struttura e legame sociale derivante dalla natura o dalla tradizione (e quindi non pienamente soggetto alle leggi e alle filosofie "moderne")al fine di rendere i popoli una massa informe di individui senza radici ne' identita' e quindi assai piu' facilmente manipolabili dagli strumenti del consumismo totalitario (rispetto a quanto sarebbero popoli "in ordine" e individui "radicati").

Il caso di divieto di prostituzione e' lampante: le liberta' di scelta nella vita privata e sessuale
vengono sospese con argomentazioni moralistico-paoline (in altri campi ormai riconosciute come risibili) o umanitaristico-pauperistiche (non fatte valere per chi in medesime condizioni sceglie altri mestieri pensati parimenti o più come "scelte obbligati"), quando esse permetterebbero all'uomo di affrancarsi da quella tirannia erotico-sentimentale che invece il sistema vuole perpetuare per indurre con essa gli uomini a seguire le "mode" (per avere piu' probabilita' di interessare le donne, individuate dai media come sesso-guida dello stile consumista).

Vietando la prostituzione, infatti, l'importanza del denaro non si riduce, ma si accresce: se grazie alle sacerdotesse di venere l'enorma disparità di numeri e desideri nell'amore sessuale, voluta dalla natura per i suoi fini afferenti propagazione e selezione della vita e scorrelati a libertà e felicità propriamente umane, favorebole grandemente alle donne, da queste sfruttata in ogni modo, tempo e luogo senza limiti, remore nè regole e potenziale fonte per l'uomo di frustrazioni sempiterne, perfidie sessuali, tirannie erotiche e sbranamento economico-sentimentali, possono essere compensate pagando il biglieto di una recita il cui prezzo è alla portata del lavoratore comune, vietando il culto di venere prostituta solo gli uomini in grado di raggiungere una posizione di prestigio o preminenza nella società (attualmente capitalista) potranno sperare di essere (come in natura) scelti da quelle femmine di cui desiderano la bellezza. La lotta per accaparrsi ricchezze e fama capitalista sarà dunque ancora più spietata e il sistema avrà in pugno l'essenza più profonda dell'uomo tiranneggiandolo con ciò di cui ha più intimamente e irresistibilmente bisogno.


NOTA 3
Due parole debbono esser dette pure per spiegare il termine "costrutti" (prima che per "bruciati" e distrutti qualcuno voglia interpretare degli esseri umani e non, come io intendo, i costrutti, appunto, della finanza di carta) riferito a ciò che le lobbies di cui sopra producono in occidente.
Con tale termine intendo sia i loro costrutti più materiali, ovvero quelli finanziari (le cartolarizzazioni che distruggono la ricchezza vera, le flessibilita' che distruggono i popoli impedendo ai giovani di avere un lavoro e quindi una famiglia stabile il marketing oriented, dal lavoro alla pubblicita', che desertifica gli animi, tiranneggia i corpi e impedisce di vivere umanamente), sia, soprattutto, i loro costrutti più "filosofici", riassumibili in
A) la distorsione del pensiero kantiano, gia' di per se' traballante, sulla dignita' con l'obiettivo di definire indegna e vietare la prostituzione, quando cosa sia dignitoso, vantaggioso o sopportabile in una sfera tanto intima e privata deve essere in un mondo libero valutato dai singoli individui soltanto, la ripresa superficiale e incoerente del pensiero marxista, sulla "costrizione per denaro" rivolta solo alle donne e solo alle prostitute, quando il bisogno di guadagnare per vivere, o la brama di guadagnare di piu' per vivere piu' agiatamente, e l'induzione a scegliere un mestiere, magari piu' stressante e meno amato, piuttosto che un altro, magari piu' confacente alle proprie inclinazioni e piu' appagante, per motivi di denaro, riguarda praticamente tutti a tutti i livelli,
B) la menzogna egalitaria, con la quale si vuole far credere che il bene e il destino dell'umanita' sia farsi una cosa sola, quando cio' e' stata semmai la condizione di partenza parascimmiesca, e la storia e' consistita, al contrario, nella differenziazione, a partire dal substrato umano primordiale, simile ad un marmo informe, dei diversi tipi umani, paragonabili a quelle opere dotati di forma (e quindi potenzialmente valore, significato, bellezza) al pari delle statue (la cui formazione richiede necessariamente, da parte dell'artefice, l'uso del martello con quella violenza in grado di decidere quale forma dare, cosa vi debba appartenere e cosa debba essere ridotto in trucioli) chiamate civilta', delle differenti identita' di sangue e spirito propriamente storiche, unite e identificate cioe' non dalla comunanza nella specie, ma da quella nella specigica visione del mondo,
in quell'insieme di indimostrabili premesse di verita' e di valore da cui possono in maniera piu' o meno razionale discendere le diverse verita' e le diverse morali, ma che non possono a loro volta venire dimostrate, bensi' solo mostrate per vere a chi per nasciata e/o esperienza abbia gia' occhi addestrati a vederle, e che proprio per questo qualificano univicamente i diversi corrispondenti tipi umani di appartenenza, nella paritcolare volonta' di darsi un determinato destino, con cui pro-gettarsi nell'agone della storia, con la quale cioe' si giustifica "moralmente" l'abominio mondialista, ovvero la distruzione di tutti i popoli come nessuno sterminio hitleriano o stalinista potrebbe fare, tramite disgregazione sociale, femminismo demagogico, individualismo malato, immigrazione disperata e comunanza, forzata dal lavoro o indotta dai media, di stili di vita e di pensiero, e, non ultimo, crollo demografico, utile in realta' non solo e non tanto a far terminare la storia in un verde pascolo in cui tutti sono felici poiche' non succede piu' nulla, ma anche e soprattutto a generare un proletariato mondiale istruito nella tecnica ma ignorante nell'anima, privo di identita' e di radici, oltreche' di queli effettivi diritti sociali che solo uno stato forte e identitario puo' garantire, facile ad essere sottomesso al totalitarismo consumista.


e come corollario
C) la menzogna femminista,
- con la quale, con il pretesto di difendere le donne, distruggono i diritti e le liberta' civili, a partire dalla presunzione di innocenza e dalla certezza del diritto, dell'intero genere maschile e instaurano un regime di terrore in cui chiunque puo' finire in galera sulla sola parola dell'accusa,autorizzata non solo a far valere come prova un semplice racconto credibile, in assenza di riscontri oggettivi o altri elementi volti ad avvalorare dall'esterno l'una o l'altra tesi, ma addirittura a definire a posteriori e secondo i propri soggettivi parametri il confine fra lecito e illecito,
- con la quale, giudicando anacronisticamente con i criteri eudemonici e individualistici dell'oggi il mondo anagogico e comunitario della tradizione, fomentano la misandria chiamandola rivalsa (quando con lo stesso sballato criterio applicato al contrario si potrebbero considerare tutti i soldati di leva maschi morti in guerra per ordine di stati composti anche da donne e combattenti per il benessere anche loro come vittime innocenti di un sistema solo apparentemente patriarcale ma femminista nella sostanza, in quanto tale da considerare gli uomini come sesso sacrificabile per gli interessi delle femmine cui e' concesso di continuare a vivere a lavorare a casa, e quando, in maniera anche piu' fondata, si potrebbe chiamare un eventuale talebanesimo una comprensibile rivalsa maschile per milioni di anni di prepotenza matriarcale),
- con la quale, figurando una inesistente oppressione passata - in realta' equo e umano bilanciamento sociale di tutto quanto in desiderabilita' e potere e' alle donne dato per natura dalle disparita' di numeri e desideri nell'amore sessuale e da quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madri, attuato con le mirabili strutture dell'arte come della religione, della politica come della storia, del pensiero come della societa'volte non ad opprimere che' non e' l'obiettivo dei savi, bensi' a non essere troppo oppressi, come avveniva nella preistoria matriarcale e come avviene in qualla sottospecie di stato di natura costituito dall'eta' scolare, per dare anche agli uomini pari forza contrattuale a pari possibilita' di scelta in quanto davvero conta, nel mondo come volonta' e non solo come rappresentazione, per la felicita' e la liberta' - giustificano i privilegi attuali alle donne, come se la mancanza del 50 e 50 in certi mesteri dipendesse da una discriminazione e non da un privilegio - quello di essere universalmente mirate, amorosamente disiate, socialmente accettate di per se', per la grazia, la leggiadria, la bellezza, che' quando manca subentra l'illusione del disio, senza bisogno di mostrare obbligatoriamente altre doti o compiere particolari imprese o raggiungere per forza certe posizioni, cui invece sono costretti i cavalieri i quali senza esse restano puro nulla socialmente trasparente e negletto dal sesso opposto - che gli uomini sono da sempre chiamati a compensare per avere speranza di vivere parimenti liberi e felici in quanto davvero conta dinnanzi alla natura e alla discendenza,
- con la quale, manipolando dati o interpretandoli arbitrariamente, inventano di volta in volta emergenze sociali
  • (vedi stupri, quando le violenze sessuali vere non solo sono di diversi ordini di grandezza piu' rare delle continue perfidie sessuali inflitte dalle donne e aventi spesso pari effetti sulla psiche e la vita delle vittime, ma sono ormai meno di quelle false o esagerate ad arte a fine di vendetta, ricatto, o semplice misandria, 
  • vedi stalking, quando tali episodi, quando non semplici casi di corteggiatori costretti ad insistere dall'ambiguita' femminile e dalla pretesa di insistenza (senza la quale si viene bollati come pavidi nel corteggiamento e pigri nel "fare gli uomini"), sono effetto di sbranamenti economici o sentimentali subiti, 
  • vedi femminicidio, quando le donne uccise da uomini sono non solo meno degli uomini che, se non assassinati direttamente da donne, sono comunque uccisi violentemente all'interno di un sistema che obbliga ancora il maschio, come in natura, a cercare ad ogni costo una certa posizione di preminenza sociale per poter sperare di essere scelto delle femmine e quindi lo costringe in molti casi a darsi alla delinquenza o a lavori massacranti e pericolosi, ma di quegli uomini la cui vita e' distrutta dalle leggi femministe su aborto, divorzio e violenza sessuale, le quali la rendono simile a quella dell'esule ottocentesco privato di famiglia, casa, roba) con cui giustificare leggi liberticide e soprattutto culture antimaschili).

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