mercoledì 5 marzo 2014

Risposta a Kerry

Visto che sono in vena di risposte, rispondo anche a presidente e segretario di stato statunitensi.

A Obama, che accusa Putin di essere dalla "parte sbagliata della storia", non serve neppure rispondere. La credenza hegeliana della storia come processo lineare destinato a proseguire in una certa direzione raggiungendo un determinato fine è stata ampiamente smentita da più di un secolo (su tale illusione si sono crogiolate schiere di intellettuali comunisti -il comunismo doveva essere l'evoluzione del capitalismo secondo l'interpretazione marxista dell'hegelismo - poi passati delussissimi e irriconoscibili al turbocapitalismo di oggi).
Schopenhauer, studioso diretto tanto della saggezza antica quanto della Natura (il mondo come volontà, ridotto da Hegel a "pattumiera dell'universo") aveva capito subito che la fenomenologia dello spirito era "Scheisse" (ed Hegel un mangiamerda).
Qualche decennio dopo Nietzsche, aveva già, con Zarathustra, definitivamente mostrato come il tempo sia una sfera nella quale in ogni punto convivono passato, presente e futuro e sulla quale l'uomo può sempre decidere dove andare (facendo del passato la meta e il modello per il futuro: da cui il mito, premessa di verità e valore tanto arbitraria quanto necessaria di ogni discorso storico-politico) e la storia il risultato non di un "dispiegarsi" inevitabile di uno "spirito" verso una direzione data e immutabile, ma la problematica e quasi sempre indecifrabile traiettoria decisa di volta in volta dallo scontrarsi di diverse, caotiche, imprevedibili e comunque divergenti forze puramente, appunto, storiche (mentre se esistesse il "senso unico" della storia si dovrebbe parlare di finalismo irenistico e far rientrare dalla finestra un dio dell'altro mondo).

Certo, quando si possono vincere due guerre mondiali più una guerra fredda grazie alla sovrabbondanza numerica di industrie, uomini, denaro e bombe atomiche, e si hanno a libro paga filosofi, intellettuali o semplici imbecilli pronti a narrare i fatti a senso unico, a presentare i propri soldati come "buoni", il proprio imperialismo come "destino manifesto" e le proprie vittorie come "necessarie al progresso dell'umanità" è facile sentirsi i nuovi Cesari, e ascoltare i vari Fukuyama dire che "la storia sta finendo" (ovviamente in un verde pascolo in cui tutti sono felici poichè non succede più nulla, se non il cantare del mondo in lode dei "gendarmi della libertà").

Purtroppo per loro (e per fortuna di chi con loro non è d'accordo) la storia non ha alcuna intenzione di finire, né oggi nè domani. A prescindere da come la si possa pensare sull'assetto dell'Europa e dell'Asia, Putin sta semplicemente facendo quello che ogni capo di stato dovrebbe sempre fare per rispetto dei propri cittadini (e che in occidente molti politici si sono dimenticati di fare, troppo occupati a ricevere lodi dai sostenitori del pensiero unico, approvazione dai filosofi della pace perpetua e dei "diritti universali" nonché denari dalle lobbies che impiegano questi mezzi "ideali" per giustificare un ordine molto terreno e fruttuoso di cose): usare tutti i mezzi per volgere la storia a favore del proprio popolo.

Merita invece una risposte nel merito il signor Kerry, che sembra meno ingenuo, dicendo solo "qualcuno si comporta come fossimo nel XX o XIX secolo". La mia risposta si esprime come una frase di sentite scuse, da parte di tutto il mondo non allineato, verso gli Stati Uniti.

Mister Kerry, lei ci deve scusare se non tutti siamo evoluti in perfidia, menzogna e ipocrisia come voi Yankee. A parte il fatto che nei due secoli citati gli esempi migliori di violazione della sovranità sono avvenuti da parte degli Usa, che, ad esempio (potrei spaziare dalla prima invasione antispagnola di Cuba alla guerra in Yugoslavia, ma occuperei dei terabyte, quindi cito solo il caso più cinematografico), per molto meno di quanto successo in Ucraina intervennero ripetutamente in Messico instaurando regimi a loro favorevoli (in barba alla volonta' popolare) e annettendone meta' del territorio (per farci poi il ranch di Bush), non vedo come si possa parlare di "progresso" quando il modo per violare la sovranita' delle nazioni diviene quello usato dagli Usa e dai suoi alleati in questo inizio XXI secolo:
  • monopolio dell'informazione per convincere la gente delle assolute "ragioni universali" del cosiddetto "occidente" ("migliore dei mondi possibili", "portatori di un destino manifesto", "sostenitore degli immortali principi", "paladino della democrazia" e via mentendo) contro la "barbaria" e la "dittatura" di qualunque altro modello geopolitico (per non dire del pensiero unico imposto nella cultura sia tramite filosofi e professori piu' o meno direttamente a libro paga, sia tramite la cinematografia e la pubblicita' controllate, nel mondo, dagli stessi potentati finanziari che influenzano e fanno eleggere i vostri presidenti)
  • controllo di tutti i governi occidentali tramite il ricatto della finanza internazionale (le cui sedi speculatrici si trovano in suolo americano) al fine di tacitare ogni possibile opposizione politica,
  • finanziamento e armamento di gruppo sovversivi formati di volta in volta da estremisti religiosi (come i "guerrieri santi" in Afghanistan, da voi originariamente voluti in funzione antisovietica, o i vari governi filosauditi del medioriente che ancora reggete in piedi), comuni tagliagole (come avvenuto in Libia), terroristi sunniti (come in Siria) o addirittura neonazisti (come qui in Ucraina) per generare scontri dalla legittima (dico legittima pensando a cosa succederebbe da voi o da no i in Italia se un gruppo di persone scontente del governo andasse in piazza armata ad attaccarne la sede ed invocare il soccorso straniero) repressione dei quali trarre giustificazione per un intervento a suon di bombe (riuscito in Libia, fallito in Siria, grazie proprio a Mosca), con il solo fine di estendere la propria egemonia culturale, economica e militare a zone fuori dalle sfere di influenza concordate a Yalta, chiamando cio' "esportazione della democrazia" (quando con democrazia altro non si intende che un gioco puramente formale in cui i governi e i presidenti sono eletti fra due schiaramenti finanziati dagli stessi gruppi di interesse e il popolo e' libero di votare solo per quanto non conta, mentre le scelte di fondo della grande politica, ovvero quella estera e del modello di societa', ovvero quello sedicente demoliberale, non possono essere mutati, anche quando l'uno e l'altro si rivelano alla prova dei fatti, rispettivamente, subordinazione coloniale e tirannia della finanza e del femminismo, con distruzione di ogni diritto dei lavoratori, di ogni liberta' individuale, di ogni tradizione dei popoli tramite parole d'ordine come flessibilita', femminismo, globalizzazione).



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