giovedì 27 febbraio 2014

Ed è già tempo di agire

Questo è invece il post che ho pubblicato oggi sullo stesso sito e in cui sono stato bannato dopo solo qualche minuto e un commento (favorevole).
Anche in questo caso riporto fedelmente.


MESSAGGIO POSTATO OGGI E SUBITO CANCELLATO (CON BAN). Chi lo ha apprezzato è invitato a seguire questo blog.

Hanno approvato la risoluzione in parlamento. E le donne (non le melanzane, ma le sex workers autodeterminate e le femministe "eretiche") già si ribellano (pur essendo poche migliaia) con le loro armi:

http://abbattoimuri.wordpress.com/2014/02/26/sexworkers-tutte-vittime-per-decisione-del-parlamentoeuropeo/

Noi, che siamo milioni, che facciamo, i pecoroni?
Quando, un mese fa, mi ero iscritto qua e Vi avevo annunciato l'approvazione in commissione e Vi avevo invitati a mobilitarVi, ho ottenuto l'unico risultato di farmi cancellare il post (dopo qualche commento di sostegno di cui ringrazio caldamente gli autori), probabilmente per "paura" che qualche birro di questa malata democrazia chiudesse il sito per il mio richiamo all'insurrezione.

Ora, a parte il fatto che, moralmente, ribellarsi alla tirannia (e quella che sta instaurando il femminismo mainstream lo è, volendo imporre con la coercizione il proprio modello di vita sessuale-e-non-solo a tutti, in particolare imponendo a noi uomini "comuni" di scegliere in maniera binaria fra il passare sotto le forche caudine del corteggiamento, nelle quali la dama di turno potrebbe permettersi qualsiasi perfidia sessuale e qualsiasi tirannia erotico-sentimentale, e il vivere nella sempiterna frustrazione di ogni disio) anche, se necessario, con la violenza, e' un diritto riconosciuto da una lunga tradizione che va da Sant'Agostino a Vittorio Alfieri, da un punto di vista pratico, prima ci organizziamo a tal fine e meglio è. Come diceva il Machiavelli, "le guerre non se fuggono", ma possono solo essere ritardate a proprio svantaggio.

Più aspettiamo, e più corriamo il rischio che anche il semplice esprimere dissenso rispetto alle idee "politicamente corrette" sia reato, quindi figuriamoci il parlare di gt e l'organizzarci. Finche brandelli di libertà rimangono, li dobbiamo sfruttare.

Suggerisco di muoverci secondo diverse vie:

1) Diplomatica (deve sempre essere la prima opzione): far sapere a chi ha votato a favore che ha votato una relazione basata sulla menzogna (allegando a tal fine il rapporto sulla situazione svedese della femminista liberale Petra Ostregen) e far presente che così facendo, oltre ad offendere la verità e la libertà, perde milioni di voti (tanti siamo);

2) Propagandistica (l'arma più potente di ogni guerra): fare una colletta per comprare la pagina centrale di un quotidiano e scrivere a chiare lettere la verità su questa relazione stilata da una persona ideologicamente ostile a cio' che dovrebbe studiare con imparzialita', basata su studi sedicenti scientifici che in realta' recano la firma di femministe militanti o di associazioni evidentemente ostili alla prostituzione per interessi materiali o ideali, e da cui si sono apertamente dissociati (o sono stati platealmente espulsi, come nel caso di Daniela Danna, nota e stimata ricercatrice in sociologia alla Statale di Milano) quei ricercatori indipendenti non disposti a piegare i dati dei loro studi al fine di ottenere un risultato favorevole alla criminalizzazione del cliente, approvata da una commissione composta da esponenti della parte piu' illiberale, demagogica e antimaschile del femminismo di genere (quella per cui - contro ogni logica - lo scambio di sesso per denaro e' violenza anche quando e' liberamente scelto dalla donna) e ratificata in fretta e furia nel giro di un solo mese (caso piu' unico che raro) da un parlamento prossimo alla scadenza, dopo una lettura di qualche minuto, una discussione praticamente inesistente (un solo emendamento) e una votazione velocissima (in cui c'e' da scommettere che molti deputati hanno dato il loro si' per puro allineamento politically correct alle "questioni di genere" ad articoli che non hanno avuto tempo o voglia non solo di dibattere, ma neppure di leggere).

3) Controspionistica (sempre più importante nel mondo di oggi): scoprire chi finanzia queste lobbies femministe ed agire di conseguenza. Se uccidere un'attivista femminista o una deputata sarebbe un autogoal in quanto le conferirebbe un'autorita da martire che non ha, assoldare qualche ex-kgb per eliminare definitivamente chi da dietro le quinte (e per interessi che dobbiamo prima capire) promuove queste mostruosità sarebbe efficace (taglierebbe i fondi) e senza conseguenze negative (essendo nell'ombra, non potrebbero essere collegate alla lotta alla prostituzione). Sto farneticando? Mah, come andiamo in Russia per pagare escort, potremmo anche andarci per assoldare gente per altri motivi. Come diceva il padrino: una cosa sola è certa se la storia ci ha insegnato qualcosa....
Ad eventuali obiezioni morali rispondo che il male minore in casi di tale gravità consiste nello stroncare la vita di pochi oppressori prima che, per poco chiari interessi, rendano impossibile la vita della totalità del genere maschile.

4) Militare (extrema ratio quando non è possibile, come con le nazifemministe, ragionare): iniziare a comprendere che, storicamente, la "morale" ha sempre seguito la forza e non viceversa (ovvero prima delle forze storiche impongono uno stato di cose e poi stipendiano filosofi che le giustificano) e contestualmente pensare a come far capire a questi signori
che, se, da un lato, non schierandosi con il femminismo rischiano di apparire "misogini" e di perdere il supporto delle lobbies culturali occidentaliste, dall'altro andando troppo in là nel collaborare con la tirannide femminista devono prepararsi a rischiare qualcosa di più: solo una paura maggiore può far superare un'altra paura. Tutta la tirannide delle femministe esiste solo perchè esistono uomini armati che ubbidiscono a uomini legiferanti i quali si lasciano convincere dalla "morale femminista". Noi dobbiamo spezzare questa catena. Non dico di iniziare subito a sparare e a gettare bombe, ma, mentre formalmente continuiamo a fare i bravi cittadini (fino a quando una legge non ci impedirà di vivere liberamente) almeno ad avere un piano d'azione a medio termine e, possibilmente, un appoggio esterno (magari ad est dell'Europa). Se non mi sbaglio qualche anno dovrebbe passare prima che i propositi si tramutino in leggi. Ciò ci dà il tempo per addestrarci. Prima di tutto, dobbiamo personalmente abituarci a vincere la paura della morte (magari praticando sport dove essa può essere quotidiana: corse, alpinismo, ecc.), secondariamente, dobbiamo aguzzare la capacità di osservazione del nemico (mentre siamo cordiali con le forze dell'ordine, prendiamo l'abitudine di osservare come queste agiscano, di quante armi dispongano, quanti uomini possano davvero contare disposti a morire per un governo filofemminista, non per fare attentati, solo per "osservazione e controllo"), in terzo luogo dobbiamo mettere da parte quante più somme possibili in contanti (a costo di rinunciare a qualche gt) per eventuale acquisto di armi (non pistolette e coltelli che si trovano ovunque, ma quelle necessarie per sostenere uno scontro aperto, o almeno una guerriglia, contro un esercito regolare delle dimensioni di quello posseduto dall'attuale repubblica). Anche qui non vaneggio, perchè non serve vincere la guerra, basta iniziarla. Come l'Europa ha considerato la legittima repressione della rivolta a Kiev un pretesto per intervenire, così la Russia potrebbe restituire il favore considerando la repressione (prevista dalle leggi vigenti contro "i sovversivi") un altrettanto valido motivo per dire: "si faccia un governo senza femministe (e senza influenze UE)".

State obiettando che così rischiamo la galera o la morte?
Io replico che se non facciamo nulla abbiamo la SICUREZZA di vedere cancellate le nostre libertà di uomini non zerbini e di vivere una vita (fatta di impotenza sociale, senso di nullità dinnanzi alla bellezza non compensata, provocazioni più o meno sessuate, dolori al corpo e alla psiche, inappagamento fisico e mentale, tirannie erotiche, sbranamenti economico-sentimentali, umiliazioni pubbliche e private, disagi sessuali ed esistenziali e frustrazione sempiterna d'ogni disio) peggiore della morte.